Commentario abbreviato:Atti 17:2322 Versetti 22-31 Qui abbiamo un sermone ai pagani, che adoravano falsi dei ed erano privi del vero Dio nel mondo; e per loro lo scopo del discorso era diverso da quello che l'apostolo predicava agli ebrei. In quest'ultimo caso, il suo compito era quello di condurre i suoi uditori, attraverso profezie e miracoli, alla conoscenza del Redentore e alla fede in lui; nel primo caso, era quello di condurli, attraverso le comuni opere della provvidenza, a conoscere il Creatore e ad adorarlo. L'apostolo parlò di un altare che aveva visto, con l'iscrizione "AL DIO SCONOSCIUTO". Questo fatto è riportato da molti scrittori. Dopo aver moltiplicato al massimo i loro idoli, alcuni ad Atene pensavano che ci fosse un altro dio di cui non avevano conoscenza. E non ci sono forse molti di quelli che oggi si chiamano cristiani, che sono zelanti nelle loro devozioni, ma il grande oggetto del loro culto è per loro un Dio sconosciuto? Osservate quali cose gloriose dice qui Paolo di quel Dio che egli serviva e che avrebbe voluto che essi servissero. Il Signore aveva sopportato a lungo l'idolatria, ma i tempi di questa ignoranza stavano per finire e, per mezzo dei suoi servi, ora ordinava a tutti gli uomini, ovunque, di pentirsi della loro idolatria. Ogni setta di dotti si sarebbe sentita fortemente colpita dal discorso dell'apostolo, che tendeva a mostrare la vacuità o la falsità delle loro dottrine. Riferimenti incrociati:Atti 17:23Rom 1:23-25; 1Co 8:5; 2Te 2:4 Dimensione testo: |